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Guida al Decreto Legislativo 231/01

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CHE COS’E’?

Il Decreto Legislativo 231/01 ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico una responsabilità amministrativa degli enti per la commissione di reati, nell’interesse o a vantaggio dell’ente, da parte di persone fisiche che fanno parte dell’organizzazione. Questa responsabilità si aggiunge a quella della persona fisica che ha commesso materialmente il reato o fatto illecito. Con la definizione di ente sono indicate le persone giuridiche e, quindi, le società, nonché le associazioni anche prive di personalità giuridica, con esclusione dello Stato e degli enti pubblici.

 

QUALI SONO I REATI PRESUPPOSTO?

L’elenco dei reati (c.d. presupposto) inserito nel decreto è continuamente aggiornato dal legislatore. Di seguito, riportiamo sinteticamente le fattispecie dei principali reati attualmente rilevanti.

1) Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione;

2) Reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo;

3) Reati societari;

4) Reati aventi finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico;

5) Reati contro la personalità individuale;

6) Reati finanziari o abusi di mercato;

7) Reati transnazionali;

8) Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro;

9) Reati di ricettazione, di riciclaggio e di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita;

10) Reati informatici e di trattamento illecito di dati;

11) Reati in materia di violazione del diritto d'autore;

12) Reati contro l'industria e il commercio;

13) Reati ambientali;

14) Reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria;

15) Corruzione tra privati;

16) Lavoratori stranieri irregolari.

 

QUALI SONO LE SANZIONI?

Le sanzioni previste dal Decreto si distinguono in:

a) pecuniarie;

b) interdittive;

c) confisca;

d) pubblicazione della sentenza.

a) Le sanzioni pecuniarie, che sono sempre applicate in caso di responsabilità dell’ente, sono determinate dal giudice attraverso un sistema basato su “quote”. L’importo della singola quota viene fissato dal giudice sulla base della situazione economica/finanziaria dell’ente.

b) Le sanzioni interdittive, che nei reati di maggior rilievo si possono aggiungere alle sanzioni pecuniarie, sono:

− l’interdizione, temporanea o definitiva, dall’esercizio dell’attività;

− la sospensione o la revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito;

− il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere le prestazioni

di un pubblico servizio;

− l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l’eventuale revoca di quelli già concessi;

− il divieto, temporaneo o definitivo, di pubblicizzare beni o servizi.

c) In merito alla confisca è previsto che il prezzo o il profitto del reato sia sempre confiscato e che, qualora non sia possibile eseguire la confisca direttamente sul prezzo o sul profitto del reato, la confisca può avere ad oggetto somme di danaro, beni o altre utilità di valore equivalente al prezzo o al profitto del reato.

d) La pubblicazione della sentenza di condanna consiste nella pubblicazione della condanna una sola volta, per estratto o per intero a spese dell’ente, in uno o più giornali indicati dal Giudice nella sentenza, nonché mediante affissione nel Comune ove l’ente ha la sede principale.

 

CHI E’ INTERESSATO AD APPLICARE IL D.LGS 231/01?

Tutte le aziende sono interessate ad applicare il D.Lgs. 231/01 per i reati commessi nell’interesse o in vantaggio dell’Azienda stessa da parte di amministratori, dirigenti o da personale sottoposto alla loro direzione o vigilanza.

In caso di reato contestato il Decreto prevede che se il reato è commesso da soggetti in posizione apicale (amministratori e dirigenti) è necessario che l’Ente provi che sono stati comunque adottati modelli organizzativi, di gestione e di controllo idonei a prevenire reati della specie poi verificatasi.

Risulta quindi opportuno, anche se non obbligatorio per l’Ente, dotarsi di un modello di organizzazione, gestione e controllo.

 

QUALI DEVONO ESSERE LE CARATTERISTICHE ESSENZIALI DEL MODELLO?

Il Decreto indica le caratteristiche essenziali per la costruzione di un modello di organizzazione, gestione e controllo.

 

Per la prevenzione dei reati il modello deve:

– “individuare le attività sensibili;

– “prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente, in relazione ai reati da prevenire”;

– “individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee a prevenire la commissione di reati”;

– “prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli”;

– “introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello”.

 

QUALI SONO I BENEFICI PER L’ENTECHE APPLICA IL MODELLO 231?

Il beneficio principale è previsto esplicitamente dal D.Lgs.231/01 che da la possibilità all’Ente che ha realizzato il “Modello 231” di invocare l’esclusione o la limitazione della propria responsabilità derivante da uno dei reati presupposto.

Occorre inoltre considerare i benefici di natura operativa (ad esempio, maggiore chiarezza organizzativa e bilanciamento tra poteri e responsabilità; migliore cultura dei rischi; selezione più rigorosa e conveniente dei fornitori; documentazione e stringente approvazione delle spese, anticipi, etc.; riduzione dei rischi di indisponibilità dei sistemi e/o dei dati e delle perdite conseguenti; miglioramento dell’affidabilità delle comunicazioni sociali, del controllo dei soci, dei revisori e dei sindaci; ecc.).

 

FINALITA’ E STRUTTURA DEL MODELLO

L’art. 6 del Decreto contempla l’esonero dalla responsabilità in parola per quegli enti che, abbiano adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, “modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi”.

Il Modello descrive gli strumenti organizzativi attuati dalla Società per lo svolgimento dei processi aziendali in modo coordinato e controllato.

 

COMPOSIZIONE DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE:

1. Codice Etico, documento che definisce la mission aziendale, gli strumenti, i principi etici ed i valori di riferimento cui la Società si ispira per il suo perseguimento;

2. Parte Generale, che si ispira ai valori e principi sanciti dal codice etico, in cui sono descritti il processo di definizione e le regole di funzionamento del Modello di organizzazione e gestione, nonché i meccanismi di attuazione dello stesso;

3. Parte Speciale che comprende tutti i protocolli e le misure messe in atto dalla società per prevenire la commissione dei reati presupposo.

4. Manuali, procedure e protocolli già esistenti o implementati con l’introduzione del Modello 231;

5. Documenti che descrivono le regole della governance, dell’assetto organizzativo e dei modi di gestione ed esecuzione delle attività;

6. Documenti relativi ai controlli interni, compresi audit e riesame.

 

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